Brano: Magnificat (di A.F. Renzini)

Album: “Il Settecento Musicale Pisano 2”
(Vespri Solenni alla Conventuale dei Cavalieri di S. Stefano)

Coro Polifonico e Orchestra S. Nicola

Direttore: Stefano Barandoni

Registrazioni dal vivo effettuate nella Chiesa dei Cavalieri di Santo Stefano di Pisa e nel Duomo di Carrara, (4-5 giugno 1999)

Si ringrazia il Maestro Stefano Barandoni per l'autorizzazione concessa all'utilizzo del brano.

Tecniche di esecuzione

1. La scelta del legno: per preparare le tavole delle icone deve preferirsi un legno compatto, poco resinoso, privo di nodi e ben stagionato. Il legno preferito dagli iconografi è il tiglio poiché è molto omogeneo, tenero e quindi facile da utilizzare. L’abete, se ben stagionato e ripulito da ogni traccia di resina, si addice perfettamente a questo tipo di lavoro, così come sono indicati anche la betulla, il faggio e il cedro. La quercia e il castagno, invece, anche se ben stagionati, tendono a spezzarsi a causa del tessuto filamentoso. Il compensato marino è inutilizzabile perché la sua impermeabilità pregiudica il colore. Bisogna, infine, evitare anche il truciolato poiché si decompone rapidamente, specialmente in ambienti umidi.

2. I colori: i colori da utilizzare sono pigmenti puri, ovvero polveri di natura minerale od organica, da sciogliersi in acqua e rosso d’uovo (diluito al 50% con acqua), nelle seguenti proporzioni: una parte di polvere, 1 di acqua e 1 di uovo. L’uovo si ricava estraendo il rosso del tuorlo, cercando di eliminare la pellicina esterna e mescolandolo con uguale quantità d’acqua.
Questa tecnica (detta della tempera all’uovo) è in uso fin dall’antichità. L’uovo, infatti, per l’iconografo cristiano viene a rappresentare un messaggio importante: la vita entra nei colori, perché l’immagine sacra riprodotta sia vitale e capace di parlare e portare al mondo la Parola di Dio.
Ognuno di questi colori acquisisce, nel linguaggio iconografico, un preciso significato:
- Bianco titanio = Luce Divina;
- Ocra gialla = Terra, Carne, Umanità; (Uomo = materia plasmata da Dio);
- Giallo cromo = Luminosità;
- Rosso ossido = Umanità;
- Rosso cadmio = Luce, Bellezza;
- Blu oltremare = Divinità;
- Nero ossido = Tenebra, Morte, Peccato.
(Il bianco titanio è più coprente del bianco di zinco, che risulta più trasparente; il rosso ossido è più coprente del rosso cadmio; il blu oltremare è il più solubile tra i vari blu e quindi anche il meglio miscelabile con gli altri colori).

3. I pennelli: è bene utilizzare pennelli di martora; per misure superiori al 6 si possono utilizzare anche pennelli di martora sintetica, mentre per misure fino al 6 è consigliabile l’utilizzo di pennelli di vera martora, anche se meno economici.

4. La doratura: le dorature che si osservano sulle icone possono essere classificate in due grandi gruppi, secondo la loro resa finale:
- la doratura lucente, che crea l’impressione dello specchio. Per tale doratura si utilizza un fondo di terra (il bolo di Armenia) sul quale si applica l’oro libero in fogli.
- la doratura a missione, che dona all’icona una luce calda e vivente.

Questa può essere:
* missione ad olio (Sennelier, Lefranc); deve essere diluita per 1/3 con del White Spirit prima della sua applicazione sulle parti da dorare e il tempo da attendere per la posa della foglia varia da 3 a 12 ore.
* missione ad acqua: il materiale da usare sarà una colla vinilica per dorature, facilmente reperibile nelle mesticherie; per evitare degli addensamenti la missione va diluita con il 30% di acqua. La missione ad acqua è comunque più facile da stendere e non necessita di 24 ore per seccare. Una volta stesa la colla si applicano i fogli d’oro e si lascia asciugare un po’. Poi si rimuove delicatamente l’oro in eccesso con un pennello molto morbido.

Quindi si passa uno strato di gomma lacca decerata, per proteggere la doratura da eventuali deterioramenti. Si può utilizzare l’oro zecchino (24¾ kt) o l’orone, (fogli di lega metallica bronzo e alluminio).

Nell’iconografia l’oro, per la sua regalità, rappresenta la Luce Divina, la Soprannaturalità, attribuendo al soggetto riprodotto la caratteristica di non far parte del mondo terreno, ma di quello trasfigurato.

 

Fasi di esecuzione

1. Scelta del soggetto da rappresentare e realizzazione del disegno su carta,  abbozzandolo a mano libera, o servendosi di modelli derivati dalla tradizione.
2. Scelta e preparazione della tavola.
3. Incisione del soggetto dal disegno realizzato su carta. È questa una tecnica antica, classica, utilizzata anche dai grandi artisti.
4. Stesura dei  colori di  base, iniziando  da quelli  più  chiari (vesti,, veli) e concludendo con la stesura dell’incarnato.
(La stesura in ultimo dei colori  di base  più scuri consente di  delimitare  meglio le varie superfici colorate, essendo i colori chiari e le eventuali sbavature più facili a coprirsi).
5. Esecuzione delle linee portanti.
6. Schiarimenti successivi, che attraverso almeno 3 passaggi portano alla luce.
7. Indoratura.
8. Elementi conclusivi :aureole, iscrizioni, cornice.
9. Quando l’icona sarà ben asciutta, la si potrà “ungere” con l’OLIFA, essiccante in olio di lino, che assicurerà la conservazione perenne dei colori.

  • Chiesa di S. Antonio (Pisa)
  • Chiesa di San Torpè (Pisa)
  • Chiesa di S. Antonio (Pisa)
  • Sacrario dei Caduti di Kindu (Pisa)
  • Casa della Cultura (Cascina - PI)
  • Esposizione fuori concorso, nell’ambito della 5a Edizione del Concorso di Pittura - Grafica - Scultura, organizzato dalla 46a Brigata Aerea
  • Esposizione fuori concorso, nell’ambito della 1a Edizione del Concorso di Pittura - Scultura, organizzato dall'Accademia Internazionale di Lettere, Scienze ed Arte, Città di Naro, (Naro - AG)
  • Five o’ Clock (Pisa)
  • Chiesa di San Francesco (Pisa)
  • Chiesa di San Pietro in Vinculis (Pisa)
  • Chiesa di S.ta Maria della Spina (Pisa)
  • Casa San Filippo Neri (Brescia)
  • Rocca del Brunelleschi (Vicopisano - PI)
  • Concorso di Pittura - Grafica - Scultura, organizzato dalla 46a Brigata Aerea (6a AeroArte, intitolata al Maestro Otto Pamio) (Pisa) (Vincitricedel Premio Otto Pamio con l'Icona “La traslazione della Santa Casa di Loreto”)
  • Palazzo Gambacorti (Pisa) Esposizione delle opere vincitrici del Concorso 6a AeroArte
  • 1a PisArt Expò - Ex Stazione Leopolda (Pisa)
  • Esposizione fuori concorso, al 18o Premio “G. Gronchi” Centro per l'Arte Otello Cirri (Pontedera – PI)
  • IdeArte Mare (Tirrenia - PI)
  • Hotel Esplanade (Viareggio - LU)
  • 5a Mostra di S. Luca (Rassegna di Arti Visive, Pittura – Grafica – Scultura), “Centrum Sete Sois Sete Luas” (Pontedera - PI)
  • Chiesa di San Pietro in Vinculis (Pisa)
  • Chiesa di Santa Giulia (Lucca)
  • Rassegna d'Arte Contemporanea “Navicelli in .. Arte”, (Pisa)
  • 2a PisArt Expò 2010 - Ex Stazione Leopolda (Pisa)
  • 1a Mostra “Arte in Toscana” - Casale le Torri, Loc. i Poggini (Ponsacco- PI)
  • Esposizione fuori concorso, al 19o Premio “G. Gronchi” Centro per l'Arte Otello Cirri (Pontedera – PI)
  •  “Tutti Assieme....Cromaticamente”, rassegna d'arte, Palazzo del Ghibellino (Empoli - FI)
  • 6a Mostra di S. Luca (Rassegna di Arti Visive, Pittura - Grafica – Scultura), “Centrum Sete Sois Sete Luas” (Pontedera - PI)
  • Torre degli Upezzinghi (Calcinaia – PI)
  • 1a Rassegna d'arte Contemporanea “IdeArte alla Leopolda“- Ex Stazione Leopolda (Pisa)
  • 3a PisArt Expò - Ex Stazione Leopolda (Pisa)
  • 2a Mostra “Arte in Toscana” - Casale le Torri, Loc. i Poggini - (Ponsacco – PI)
  • Mostra “Pittori per l'Unità d'Italia”, ala militare del “Museo Nazionale della Campagna dell'Agro Romano per la Liberazione di Roma (1867)”, (Mentana - Roma)
  • Premio “Risvegli d'Arte”, Galleria d'Arte Astrolabio, (Roma)
  • 7a Mostra di S. Luca (Rassegna di Arti Visive, Pittura - Grafica Scultura), “Centrum Sete Sois Sete Luas” (Pontedera - PI)
  • Concorso di Pittura - Grafica - Scultura, organizzato dalla 46a Brigata  Aerea (7a AeroArte, “Ricordando Kindu”)
  • Palazzo Gambacorti (Pisa) Esposizione delle opere vincitrici del Concorso 7a AeroArte 2011, “Ricordando Kindu”
  • 2a Rassegna d'arte Contemporanea “IdeArte alla Leopolda”, Ex Stazione Leopolda (Pisa)
  • PisArt Expò - Ex Stazione Leopolda (Pisa)
  • 2° Concorso di Pittura Franco Nannicini, “Natura e dintorni”, Salone Nobile della Villa Comunale Baciocchi, Capannoli (PI)
  • 1a Edizione del Premio Merlino, presso la Sede di Merlino Bottega d'Arte, (Firenze)
  • Esposizione nell'ambito della XXXVII° edizione della "Rievocazione Storica e Disfida con L'Arco" (Montopoli Valdarno - PI)
  • 8a Mostra di S. Luca (Rassegna di Arti Visive, Pittura - Grafica – Scultura), “Centrum Sete Sois Sete Luas” (Pontedera - PI)

Maturità di donna e di madre

Le icone che Veronica Bertolla dipinge, o meglio “scrive”, (già, perché le icone si scrivono, non si dipingono), trasmettono all’osservatore attento un forte desiderio per conoscere ed approfondire i significati espressi dalla religiosità trascendente.

Il complesso e paziente metodo di lavoro che occorre per poter realizzare queste opere ha origini antiche e viene scandito da severe regole.

L’iconografia di ogni figura è descritta minutamente con il disegno, campito da un cromatismo dalle tonalità limpide e solari.

Questa giovane artista, dal carattere schivo e umile, comunica, con le sue icone, una intima emozione, frutto di maturità raggiunta come donna e come madre.
Enrico Fornaini


L’Icona come Essenza Vissuta di un Sentimento

Sembianze e parvenze imperlano la simbologia teologica, cosicché l’icona diventa appendice grafico-esplicativa del segno di tradizione cristiano-ortodossa.

Non è una scelta facile quella di Veronica Bertolla, ma una sorta di magica attrazione, siglata attraverso una attivazione storico-sacrale, in cui lo studio della tecnica si accompagna a quello ancora più antico dei percorsi della Fede. Cristo, interpretato nella versione di “Rex Iudeorum” o del “Redemptor Hominis”, pende dalla Croce in tutta la Sua regalità, in cui la sofferenza acquista un valore ultramistico, che si fonde sulla “Lux Mundi” di una maestà infinita.

Queste emozioni primarie Veronica sa coglierle attraverso lo studio di una gestualità linguistica, che si immerge nel “Verbo” per eccellenza: Gesù, o nelle storie della diatriba tra il demonio e San Michele Arcangelo.

La “Mater Dei” è come in Dante: “Vergine madre, figlia del Suo Figlio”, e tutto si ferma in poesia dal sapore antico, trasportata nel terzo millennio, non come arte copia della copia, ma come essenza vissuta di un sentimento.
Prof.ssa Sandra Lucarelli


Arte col cuore e con la testa

Veronica Bertolla è una bella promessa dell’arte pisana.

Ho veduto una sua mostra di icone, alcuni anni fa, in tempi pasquali e mi sono accostata alle sue opere con profondo senso reverenziale, sia per l’argomento trattato e per come era stato trattato.

Ho riscoperto un gusto che pensavo perduto, dopo il mio abbandono delle materie d’arte.

L’opera della giovane artista pisana aveva nuovamente svegliato in me il mio amore per l’arte.

Veronica Bertolla è brava, tratta l’icona con profonda conoscenza di tecnica e con un senso poetico e armonico, che rendono ciò che fa “davvero straordinario”.

Il suo cammino è certo, la sua strada è ben delineata. Veronica fa arte col cuore e poi con la testa.
Iolanda Pietrobelli

 

Ha saputo riportare lo spirito di Cristo tra di noi, per purificarci e farci meditare circa il mistero della vita

L'Artista Veronica Bertolla è una grande Artista veramente singolare.

Ella dipinge.....Icone bizantine, che sono tipici prodotti non tanto dell'Arte quanto della teologia di origine greco-bizantina, quasi sempre attraverso i secoli creati da vecchi monaci barbuti che vivevano, come ancora oggi, in austeri monasteri eremi greco ortodossi, irraggiungibili per la maggior parte della gente.

Invece Veronica Bertolla è una giovanissima, quasi adolescente, donna che ha appunto l'interesse alla loro riproduzione, perfettamente create anche nella loro parte tecnica.

Io credo che la maggior parte delle sue coetanee non ha mai sentito neanche pronunciare la parola “Icona”, anche se sanno tutto su Michael Jackson.

Eppure Veronica Bertolla dipinge le icone con un amore e con un interesse identico ai vecchi monaci barbuti del passato, con la sola differenza che per i monaci le icone avevano metafore e simbologie prettamente teologiche ancor più che religiose, praticamente erano preghiere e atti d'amore verso Dio, mentre per la Bertolla esse sono fulgidi esempi sì di devozione cristiana, che in ogni caso è lontana dalla iconografia sacra che siamo abituati a venerare, e che ella riproduce con una manualità e gestualità sorprendentemente vicinissima all'originale e straordinariamente sentita e viva.

Dunque, a differenza degli antichi maestri greco-ortodossi, Veronica Bertolla crea Arte.

La storia delle icone, della loro genesi, del loro sviluppo e dei loro significati è troppo complessa per poter essere trattata in questa sede. Ma è doveroso dare un brevissimo accenno circa l'evoluzione delle immagini sacre, dopo il Concilio di Elvira del 300 e di quello più significativo di Hiera del 753 che mise al bando con l'iconoclastia tutte le riproduzioni della vita di Cristo e dei Santi.

Ricordiamo solamente che lo sviluppo iniziale del Cristianesimo ebe luogo in medio Oriente, antica colonia greca molto impregnata della cultura ed ideologie ellenistiche circa il sacro e le sue rappresentazioni.

Per i discendenti degli antichi popoli greci, la novità sociale ed ideologica del Cristianesimo impose una revisione iconografica del paganesimo che era, a differenza della più “umana” Roma, legata a concetti di altissima idealizzazione delle immagini degli Dei pagani.

Una volta scadute le immagini degli Dei, la concezione di Cristo uomo-Dio mise in evidenza, naturalmente, la sua Divinità sulla sua umanità.

Quindi la tendenza al non-ritratto realistico ed umano, ma alla visualizzazione della sua Divinità e di tutti i Santi del Paradiso.

Quindi il chiastico logico, Dio - potenza - ricchezza - oro.

Le icone hanno quasi tutte un background non naturalistico ma d'oro, appunto poichè le sacre immagini son riprese nel luogo apposito, il Paradiso.

L'influenza della cultura e arte Bizantina dunque si diffuse moltissimo in buona parte dei territori dell'antico impero Romano e specie in Italia e vi rimase praticamente fino all'epoca di San Francesco che, insieme a Giotto circa cento anni dopo, hanno rivoluzionato in senso “umano” il concetto di Dio, non più padre, padrone, incombente giudice, corrucciato e lontano dall'umanità, di cui temere più che amare, ma Dio fatto uomo, padre sì, ma anche fratello e addiruttura servo dell'umanità!

Con loro e dopo di loro fino ai nostri giorni, in Occidente il Cristo, dunque, cambia radicalmente l'iconografia, mentre rimane pressochè immutata nel mondo cosiddetto slavo greco ortodosso.

Tutto ciò, questo mondo storico sociale culturale così articolato e complesso è stato dunque assorbito, assimilato e fatto proprio, da una giovanissima fanciulla del 2010!

E' sicuramente un fenomeno molto particolare, anche perchè le icone di Veronica Bertolla sono delle meraviglie d'Arte, ma esse, sebbene in altro modo e concezione teologica e storica, sono pervase da una spiritualità straordinaria che è molto vicina al credo occidentale.

Veronica Bertolla, come per magia, ha spolverato l'idealità antica delle icone, rinfrescandone i colori etici e religiosi, illuminando alcuni gialli e gli azzurri, ammorbidendo alcune spigolature iconografiche degli antichi, secondo un sentire occidentale, pur restando fedelissima all'antica iconografia ortodossa, riproducendo addirittura minuziosamente anche il rituale tecnico della composizione dell'icona.

Le icone di Veronica Bertolla sono dei capolavori i cui valori travalicano acriticamente le impostazioni mentali bizantine, intrise come sono, di luminosità e freschezza provenienti dal suo giovane cuore di ragazza.

Per questa ragione esse avrebbero ragione di una grande espansione conoscitiva, con la loro diffusione ad un più ampio e colto palcoscenico di intenditori ed estimatori, quali esempi di Arte colta ed esteticamente sublime, prodotti da Veronica Bertolla, che ha saputo, come fece Giotto settecento anni fa, riportare lo spirito di Cristo tra di noi, poveri ometti superbi ed egoisti, per purificarci e farci meditare circa il mistero della vita.

Giancarlo Alù

 

 

                                  Nata a Pisa il 13 giugno 1979, ed in possesso del Diploma di Maturità Socio-Pedagogica,                                        ha frequentato, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “B. Niccolò Stenone di Pisa,                                    i tre livelli del Corso Teorico Pratico di Iconografia tenuto dal Professore Andrea Trebbi, al                                        termine dei quali ha conseguito il Diploma di Iconografa.

                                  Attualmente svolge l’attività di iconografa continuando, nel contempo, lo studio delle                                                regole e delle tecniche tradizionali, per riuscire sempre più ad affinare questa bellissima                                          arte che è la “scrittura delle icone”.          

 

                "Scrivere un’icona è, innanzitutto, l’esigenza di una profonda riflessione spirituale; quanto più intensa è                   tale riflessione, tanto più vicini ci sentiremo a Dio."

 

 

 

(Veronica Bertolla al Museo Nazionale del Risorgimento - Mentana  - Roma) 

(Torre degli Upezzinghi - Calcinaia - Pisa)

(Salone Nobile della Villa Comunale Baciocchi - Capnnoli - Pisa)