Arcangelo San Michele(da: "Le Sante Icone, una nuova interpretazione",
di Ephrem Yon Philippe Sers)

Michele vuol dire “Chi è come Dio?”. Al sommo delle gerarchie angeliche, è considerato il principe delle milizie celesti. Colui il cui nome è una interrogazione supera Raffaele, ossia l’affermazione che Dio guarisce, o Gabriele, araldo di Dio, di cui egli proclama la forza.
Poichè la domanda è più importante della risposta.
E Michele, che gode della prossimità di Dio, è in un certo qual modo indicibile come la divinità stessa.
Michele conduce alle tenebre luminose in cui Dio abita.
Egli diviene, per la tradizione, il difensore della purezza e della santità di Dio contro tutte le potenze tenebrose o falsamente luminose (poichè Satana viene chiamato Lucifero, colui che porta la luce, la falsa luce che conduce l’intelligenza all’orgoglio). Se dunque il Diavolo appare talvolta come un angelo di luce, Michele è l’Angelo della notte mistica, quella in cui Dio dà la vera luce. ”Vi fu battaglia nel cielo: Michele e i suoi angeli combatterono il drago. E il drago si oppose con i suoi angeli, ma ebbero la peggio e furono scacciati dal cielo.” (Giov., Apocalisse, 12, 7-8).
La Chiesa non ha alcun dubbio sull’esistenza degli angeli. Essi figurano dappertutto, in evidenza, nelle icone. La Chiesa che celebra la liturgia si sa unita alla lode dei cori angelici, che non cessa di innalzarsi verso il Padre.