(da: "Corso teorico-pratico di Iconografia" del Prof. Andrea Trebbi, docente

dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose "Beato Niccolò Stenone" di Pisa)

Il Salvatore Acheropita su MandylionIl Salvatore AcheropitaIL SALVATORE ACHEROPITAIl Cristo “Acheropita” (ossia “non dipinto da mano d’uomo”) è stata ed è, come l’immagine della Madonna col Bambino, una delle icone che in tutti i tempi sono state maggiormente eseguite. L'immagine del Cristo Acheropita viene considerata come la più antica e fedele del Salvatore, in quanto impressa da lui stesso su un fazzoletto di lino (Mandylion).
L’immagine riprodotta trova infatti origine da una leggenda in cui si narra che il pagano Abdgar, re della città di Edessa, essendo stato il comandante del suo esercito colpito dalla lebbra, mandò un suo emissario da Gesù, per chiedergli la sua guarigione. All’emissario Gesù consegnò un fazzoletto (mandylion) sul quale, dopo esserselo passato sul viso, rimase miracolosamente impresso il suo volto (da notare la similitudine con la “Veronica” - “vera icona“).
L’emissario sistemò il fazzoletto in un panno scuro e ritornato a Edessa, nel riaprire l’involucro, scoprì che il volto di Gesù era rimasto impresso anche sul panno scuro. Questo fatto, oltre che spiegare perchè vi siano due tipi di icone acheropita - una costituita da una immagine del volto di Cristo su un fazzoletto di provenienza regale e l’altra col volto di Cristo al centro del nimbo circondato da un colore marrone od ocra, similmente al colore del panno esterno - legittima ancor più la venerazione dell’icona poichè sarebbe stato Gesù stesso a produrre la sua prima immagine. Il comandante toccato dal fazzoletto guarì immediatamente.