L’icona diventa così un elemento di grande importanza per il Cristiano. Viene posta nell’angolo più bello della casa e accompagna tutta la vita  della famiglia; per esempio, per un battesimo si fa scrivere un’icona della lunghezza del bambino, è presente ad un banchetto di nozze, al capezzale di un moribondo, ecc..
Nelle chiese ortodosse si trova l’iconostasi, o muro di icone, che separa i fedeli dal luogo del culto, riservato al sacerdote. Questa potrebbe sembrare una separazione, in realtà serve per rendere in immagini la Fede  scoprendo il mistero di Dio ai fedeli (ad esempio, quando viene annunciata la parola di Dio, il sacerdote esce dalla porta su cui è raffigurata l’Annunciazione).
Ciò che si dipinge nell’icona è la realtà vista con gli occhi della Fede. L’icona aiuta a far vedere la luce di Dio ed in essa viene rappresentato tutto ciò che è detto nel  Vecchio e nel  Nuovo Testamento.
Scelta tecnica iconografica è di far partire tutti gli elementi  rappresentati,  dal buio che è inteso come peccato dal quale ci si allontana, fino a raggiungere la luce, attraverso un cammino, che per tutti è uguale in partenza. Quindi un cammino difficile che porta dalle tenebre del peccato alla luce della Divinità e della Grazia.
Tutte le icone, pur diverse tra loro, hanno un’affinità comune ed un  comune intento: testimoniare l’invisibile, sostenere la nostra Fede, aiutarci a pregare.
Ecco perché non appaiono le firme degli artisti; perché l’immagine non deve suscitare emozioni umane, ma deve far conoscere un mondo soprannaturale.