(da: "Mille Santi del giorno", di Piero Bargellini)

Gli ArcangeliLa devozione per i tre Arcangioli, per San Michele in particolare, è molto antica, e si accompagna di pari passo al culto dei Santi. Anzi, si può dire che ben pochi Santi, nei secoli del Medioevo, hanno goduto di altrettanta popolarità quanto l'Arcangiolo Michele, il cui culto è stato vivissimo in tutti i paesi. Lo prova, del resto, la frequenza del suo nome, un tempo come oggi, le numerosissime chiese a lui dedicate, i diversi - e un tempo frequentatissimi - santuari europei, tra i quali quello di San Michele del Gargano, in Italia, e di Mont-Saint-Michel in Francia, e finalmente la ricchezza delle opere d'arte a lui dedicate.

San Michele è il protettore dei protettori, il custode dei custodi.
E' invocato a protezione non soltanto dei singoli fedeli, ma di tutta la Chiesa, contro nemici terreni e infernali. Il suo nome significa "Chi è come
Dio?", ed è un grido di guerra contro chiunque presuma di farsi uguale a Dio. Michele è infatti l'Arcangiolo guerriero, il principe delle milizie celesti, l'avversario di Satana, in lotta contro il quale è rappresentato dagli
artisti e descritto dalla Scrittura.
La sua figura - anche se priva di un nome - appare nelle prime pagine della Bibbia, a guardia della porta del Paradiso terrestre, ormai per sempre precluso ai progenitori dell'uomo dopo il loro peccato. E la sua ultima, definitiva, e vittoriosa battaglia contro Satana avverrà alla fine dei tempi, ed è già stata descritta da San Giovanni, nella visione dell'Apocalisse, ultimo libro della Sacra Scrittura.
Il vincitore del male e nostro alleato nella quotidiana lotta contro le sue forze, è anche la guida dell'anima al momento del trapasso. Sarà al nostro fianco nel giorno del Giudizio, e a lui la Chiesa, nella Messa dei defunti, raccomanda le anime avviate verso "la luce santa".

San Gabriele, il cui nome significa "forza di Dio", è l'Angiolo messaggero per eccellenza e Angelo, in greco, vuol dire proprio messaggero. Egli appare a Zaccaria per annunziargli la nascita di Giovanni, il futuro Battista, e si presenta con le parole: "Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio". Appare soprattutto nella scena dell'Annunciazione a Maria, ed è lui che raccoglie, dalle labbra dell'Immacolata, la parola, semplicissima e mirabile, "fiat", - così sia - con la quale il Verbo divino diventa carne e l'eternità entra nel tempo e nella storia.

San Raffaele, finalmente, il cui nome significa "Dio risana", è l'Angiolo custode per eccellenza. Nella Scrittura, infatti, egli appare come accompagnatore di Tobiolo nel lungo e pericoloso viaggio del figlio di Tobia dall'Assiria alla Media. E' accanto a Tobiolo, e di solito raffigurato dagli artisti, accompagnatore sollecito e affettuoso, con la veste rialzata sui polpacci perchè il passo possa essere libero e svelto.

Michele, Gabriele e Raffaele: l'Angiolo guerriero, l'Angiolo annunziante e l'Angiolo accompagnatore. Tre amici dell'uomo, custodi e protettori nelle sue necessità. Tre amici troppo spesso dimenticati e negletti, ma che non cesseranno, per questo, di accompagnarci, guidarci e difenderci.