La Santa Famiglia di Nazaret

(Suor Maria Sarti)

La Santa Famiglia di NazaretUna danza di cerchi che rappresenta l'unione delle persone; una sinfonia del colore, nella quale si distacca, unico, il bianco-luce della tunica di Colui che è l'origine e il centro di tanta unione; un inno nuovo dell'amore familiare, nel quale si ripetono come in un ritornello: confidenza, amore, pace, comunione... in un rapimento reciproco.
E lì, nel cuore della grande piramide, il gesto di benedizione, garanzia di tutta la forza e sicura stabilità”.      
Nel grande cerchio, che dalle mani giunge a completarsi nell'arco che racchiude l'icona intera, riposa sereno il gesto nuovo dell'amore sponsale di Giuseppe e Maria. Ricorda straordinariamente ciò che è solito essere della Vergine della Tenerezza, per questo chi ama è amato, creando uguaglianza tra le persone.                                               
La figura di Giuseppe rappresenta il cerchio che esprime la vita e l'intimità della   Sacra Famiglia, rivelando così la sua missione specifica: a lui fu affidata la cura del Figlio di Dio e della Vergine Madre. E’ per questo che la mano di Giuseppe appoggiata sopra la spalla di Maria, non parla di possesso ma di delicata protezione, così come lo conferma il gesto dell'altra mano che si trova sotto quella della Vergine e del Bambino, per formare con queste un'altra parola di rivelazione: è Dio che benedice l'unione sponsale. Il movimento del braccio di Giuseppe, prolungandosi nella curva del manto, là dove si nasconde la figura di Cristo e risalendo nelle linee del manto della Vergine, crea un nuovo cerchio, invisibile, intorno alla figura del Figlio. Un medaglione che ricorda l'icona della “Madre di Dio del Segno”, nella quale il cerchio è segno della presenza di Dio. Questo dettaglio fa dell'icona della Sacra Famiglia una rivelazione della presenza di Dio nella Famiglia umana e non una semplice rappresentazione storica. Se nell'icona della Madre di Dio del Segno è Maria che rivela la presenza di Dio, in questa della Sacra Famiglia, al contrario, il Bambino è fra Maria e Giuseppe.                                                         
Gesù qui non è il “Figlio fatto carne”, perché in questo caso la mano di Giuseppe non potrebbe avvicinarsi tanto a quella di Maria come se il Figlio fosse frutto della sua unione. La mano del Bambino si raccoglie in quella di Maria mentre quella di Giuseppe appena la tocca, confermando così che l'unico legame con l'umanità passa per la Vergine Maria senza dubbio; il Figlio è qui, anzitutto, il Dio presente nella nostra storia. Lo conferma anche il modo delicato e, nello stesso tempo molto profondo, di esprimere la “non paternità” di Giuseppe. Il manto che copre parte della figura del  figlio, spostando così l'oggetto dell'icona della realtà del mistero, indica chiaramente la non filiazione umana di Cristo da parte di Giuseppe. La mano sinistra del Bambino non ha il rotolo della Scrittura. Se la destra benedice come avviene nelle altre icone, la sinistra rivela l'oggetto immediato del gesto di benedizione: l'unione sponsale. E un gesto divino, a volte umano. La mano del Figlio non si appoggia sopra
le mani di Maria e Giuseppe; ma s’introduce in quella della Madre, stabilendo con lei un contatto e una relazione più diretta e intima. Il bianco intenso della tunica di Lui  l'origine della luce che illumina e dà significato alla famiglia cristiana e la sua posizione ritta come la roccia salda sopra la quale si costruisce la casa. Carica di tenerezza e serena confidenza la Madre di Dio è qui anche donna, creatura umana, del nostro lignaggio, contempla il Figlio mentre riposa e si abbandona alla protezione di Giuseppe in un amore puro. La mano destra esprime, con quella di Gesù e il Bambino, la parola rivelatrice dell’unione sponsale benedetta da Dio, è la mano della Madre di Dio Odigitria che segue e indica Cristo via, verità e vita. Le pieghe del suo manto come quelle del manto di Giuseppe, si dirigono verso il centro: Cristo; invitano a dirigere lo sguardo contemplativo verso di Lui per ottenere riposo in Lui. Il gruppo della Sacra Famiglia in tutta la sua struttura forma una grande piramide, mentre un'altra piccola si delinea là dove le mani si uniscono in deliziosa composizione. La forma piramidale non chiude il movimento circolare dell'icona e la sua vita danzante, ma le dà nuovo contenuto di forza e certezza di stabilità. La famiglia costruita intorno a Cristo e con Lui per fondamento, si orienta sicura verso Dio, culmine e ragione dell'essere e della pienezza dell'unione familiare.
Nell'arco superiore si immagina l'invisibile ma inevitabile punto di convergenza delle rette della piramide. L'amore umano aspira a Dio! La stabilità della famiglia si volge in indissolubilità, dal momento che l'amore che qui unisce gli sposi non è risposta ad alcune esigenze della natura ferita e per questo incerta e mutevole nei suoi desideri, ma amore che si unisce a Cristo colonna, pietra angolare. Però è mistero, nel cui chiaroscuro si nasconde e rivela ad un tempo, lo stesso Dio che benedice.
Il segreto della fedeltà indissolubile della famiglia cristiana è in questo penetrare di Dio nell'intimità dell'unione degli sposi, per proseguire divenendo origine di nuove vite. L'assenza di profondità, dovuta al fondo d'oro, fa di questa icona una rivelazione liberata da ogni condizionamento. E’ una parola per tutti i tempi e per ogni luogo. Se la luce che si riflette nei visi di Cristo e della Vergine è loro propria, colpisce la così grande luce nella figura di Giuseppe: nella tunica, nel manto e soprattutto negli occhi.
E’ l'uomo giusto la cui fede, per la sua missione dentro la Sacra Famiglia, conobbe il vivere più duro della prova, che Giuseppe riuscì a superare, abbandonandosi  incondizionatamente al progetto divino. Dio, protagonista nella vita della famiglia, fa di questa un'immagine e un riflesso della sua stessa vita trinitaria.