Madre di Dio, Pietra staccata dal monte non per mano d'uomo

(da "Icone e Santi d'Oriente", di Alfredo Tradigo)

Madre di Dio, Pietra staccata dal monte non per mano d'uomoQuesta iconografia deriva, sostituendola, da quella più antica denominata Scala di Giacobbe, tratta dal II ikos ("strofa") dell'Inno Akathistos, in cui Maria sorregge una scala attraverso la quale discende il Salvatore.
L'icona "Pietra staccata non per mano d'uomo" riprende la grande profezia sulla venuta di Cristo fatta da Daniele interpretando il sogno del re Nabucodonosor: "Tu stavi guardando, quando si staccò dalla montagna una pietra, senza intervento umano, colpì la statua ai tuoi piedi, ch'erano di ferro e di argilla, e si frantumò" (Dn. 2, 34).
La pietra che frantuma la statua è Cristo, la montagna è Maria. Il gigante dalla testa d'oro, dal petto d'argento, dai fianchi di bronzo e dai piedi d'argilla rappresenta i segni mondani che si succederanno finchè Maria, con la sua maternità verginale, senza intervento umano, metterà al mondo il Messia che inaugurerà il regno di Dio.
E' un soggetto tipicamente russo, soprattutto della scuola di Mosca e di Novgorod.
Il manto della Vergine è intessuto di nubi (è "più grande dei cieli" colei che ha portato nel suo seno il Cristo); su di esso si stende l'arcobaleno (simbolo dell'alleanza stabilita da Dio con l'uomo), e compaiono le tre stelle (simbolo della verginità precedente, durante e successiva al parto).
La Vergine sorregge il Bambino, che tiene tra le braccia nella posizione dell'Odigitria, e regge la montagna e la scala di Giacobbe, che unisce la terra al cielo, (unione che si è realizzata con l'Incarnazione).
In cima alla montagna sta un tempio, che rappresenta la chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, per ricordare che la nostra salvezza è il Risorto.


"Ave, roccia che dissetasti gli assetati della vita;
Ave, scala celeste donde è disceso Dio;
Ave, pontedi transito per i terrestri al cielo"
(Dall'Inno Acathistos)